Julia Varley (1954) è attrice, regista e pedagoga dell’Odin Teatret, protagonista di una delle più alte esplorazioni sull’identità energetica del performer. Il suo lavoro non “interpreta”: plasma lo stato dell’io e lo rende figura scenica, continuamente smontata e ricomposta. In spettacoli-icone come Ave Maria o Judith, la voce non è mezzo: è architettura, corpo che si contrae e dilata nella trama ritmica del gesto. La sua ricerca — tra pratica, scrittura e trasmissione — ha aperto un campo nuovo: l’attore come soglia incarnata, luogo mobile di frizione poetica, dove l’esperienza diventa forma.


