Giorgio Albertazzi (1923–2016) è stato attore, autore e regista che ha incarnato – quasi isolandola – la linea metafisica del teatro italiano. Figura iconica e irripetibile, ha attraversato Shakespeare, Dante, Leopardi, Pessoa come fossero stati propri organi interni. La sua parola scenica non era interpretazione: era emanazione — un timbro che generava spazio e non viceversa. Tra cinema, TV e teatro ha occupato decenni di immaginario, ma è sul palco che ha scritto la sua leggenda: un teatro dell’anima che prende corpo nell’affermazione assoluta dell’attore come architettura vivente, continuo atto di auto-creazione, nel cuore vibrante del Novecento italiano.


